Speciale 25 Aprile
In Italia il 25 Aprile si festeggia la Festa della Liberazione dal regime fascista durante la Seconda Guerra Mondiale, un momento chiave della storia italiana.
Il 25 aprile 1945 infatti il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) ha dichiarato l’insurrezione generale nei territori ancora occupati dai nazifascisti, in particolare al Nord.
Quest’anno quindi si festeggiano gli 80 anni dalla liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
Perché il 25 aprile è diventato festa nazionale
Nella primavera del 1945 i partigiani ricevono l’ordine di attaccare le forze tedesche e fasciste ancora presenti nel Nord Italia, dando vita ad un’insurrezione generale, e Milano, una delle capitali simboliche della Resistenza, viene liberata.
In seguito, anche Torino, Genova e molte altre città del nord saranno libere.
La resa incondizionata delle truppe tedesche in Italia viene firmata qualche giorno più tardi, il 29 aprile, ma il 25 rappresenta l’atto politico e simbolico decisivo.
Per questo, nel dopoguerra, è stato deciso di rendere quella data festa nazionale, con un decreto firmato nel 1946 dal governo di Alcide De Gasperi.
La legge definitiva che istituisce il 25 aprile come festa della Repubblica arriverà più tardi, nel 1949.

Una ricorrenza unica nel panorama europeo
A differenza di altri Paesi europei, che ricordano la fine della seconda guerra mondiale con il giorno della resa della Germania – 8 maggio in Francia e nel Regno Unito, 9 maggio in Russia – l’Italia vuole mettere al centro il ruolo attivo del popolo.
Il 25 aprile, infatti, non celebra la vittoria degli Alleati, ma la scelta autonoma di un popolo che ha combattuto per liberarsi da un regime totalitario e da un’occupazione straniera.
È per questo che il 25 aprile ha un significato speciale: racconta una rinascita, un risveglio, una presa di coscienza politica e civile


BELLA CIAO
Simbolo della Resistenza italiana contro il nazifascismo durante la Seconda Guerra Mondiale, “Bella ciao” è una canzone popolare italiana dientata famosa in tutto il mondo.
La versione più conosciuta parla di un partigiano che si alza al mattino per combattere l’invasore. È pronto a morire per la libertà. Questo ha reso la canzone un simbolo forte contro l’oppressione.
Le origini di “Bella ciao“ sono un mistero: per alcuni viene dalle mondine, le donne che lavoravano nelle risaie nel Nord Italia. Ma secondo alcuni storici, questa versione è arrivata dopo.
La canzone ha radici antiche. Ha elementi simili a canti popolari del Piemonte e di altre regioni italiane.
Parole e melodie simili esistevano già nel Medioevo e in vecchie ballate francesi.
Una teoria interessante dice che la melodia somiglia anche a una canzone yiddish, Koilen, cantata a New York nel 1919. Non ci sono prove sicure, ma questo mostra come la musica viaggia e cambia in tante culture.

Lo storico Cesare Bermani ha studiato molto la canzone “Bella ciao”.
Secondo lui, la Brigate partigiane Maiella e Garibaldi hanno avuto un ruolo importante per far conoscere questa canzone.
I partigiani hanno creato una versione semplice di “Bella ciao”, che poi è cambiata viaggiando da sud a nord. La canzone non era “ufficiale”, ma si è trasformata piano piano che veniva cantata dai combattenti.
Bermani ha raccontato questa storia nel suo libro “Bella ciao. Storia e fortuna di una canzone” (2006). Dice che la canzone era già conosciuta nel 1944-1945, ma non era ancora famosa come “Fischia il vento”.
“Bella ciao” è diventata davvero famosa dopo la guerra, nel 1964, grazie al Festival di Spoleto e al gruppo musicale Nuovo Canzoniere Italiano.
Oggi “Bella ciao” è cantata in tutto il mondo.
È apparsa anche nella serie TV “La Casa de Papel”. Ogni anno, il 25 aprile, è cantata in Italia per ricordare la Resistenza e la libertà.
È un inno per tutte le persone che lottano per un mondo migliore.
